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mercoledì 22 febbraio 2012

What about ... Social Advertising?!

Il primo ad impossessarsi del termine Social Advertising è stato Mark Zuckerberg, CEO di Facebook, che ha definito l’ha semplicemente come l'advertising sui social network.
Questa concezione ha lasciato perplessi: per quale ragione limitarsi a considerare il "dove" e non il "come"?
L'aspetto sociale della
Pubblicità 2.0 può andare ben oltre i social network come Facebook. Il Social Advertising può rappresentare un concetto più ampio, che si contrappone alla visione tradizionale in cui la pubblicità on line è di massa, impersonale e il processo di attivazione rigido e monodirezionale.
Se riduciamo la "distanza" tra inserzionista-editore-navigatore, possiamo osservare gli attori del sistema PUBBLICITA’ non come entità separate, ma come elementi di un' ambiente sociale interconnesso guidato dagli aspetti sociali di relazione e partecipazione.
Negli ultimi tempi si sta assistendo ad un cambiamento dei comportamenti di fruizione dei media: da un’indistinta audience passiva ad un’audience più partecipativa. Persone sempre più attente al modo di interagire, filtrare, distribuire e consumare i contenuti ed i messaggi attraverso modalità e canali differenti.  L'industria pubblicitaria che conosciamo si avvia perciò verso un cambiamento radicale, o come sostenuto da studiosi ed analisti: The end of advertising as we know it.
L’evoluzione della società e la rivoluzione dei mezzi di comunicazione hanno rivoluzionato i paradigmi della pubblicità tradizionale. In questo nuovo scenario, si è affermata la social advertising che ha palesato un nuovo modo di intendere le campagne pubblicitarie sui social network, affermandosi in alcuni casi come valido strumento in grado di generare valore per la marca e per le aziende. L’avvento dei media digitali e del web 2.0 ha offerto nuovi spunti per elaborare strategie innovative di comunicazione, ma al tempo stesso ha dato maggiore forza all’utente, che si può informare, può confrontare i prezzi, ascoltare i commenti degli altri consumatori, influenzare le decisioni d’acquisto altrui. Grazie a Internet, il cosiddetto consumatore 2.0 , diventa un soggetto attivo, un prosumer nelle parole di Alvin Toffler, che si appropria dei contenuti per produrne altri, rendendosi co-autore dei brand e dei loro discorsi all’interno delle strategie di social advertising. È corretto dire che, ad oggi, non esiste una definizione esaustiva e univoca per la social advertising ma può esser considerata come la prima forma di comunicazione pubblicitaria che oltrepassa la tradizionale distinzione degli ambiti esterno/interno nell’uso dei social media per quanto riguarda imprese e brand: sempre più aziende fanno uso di strumenti “sociali”, come strumenti di knowledge e business management all’interno, per la gestione delle comunicazioni verso l’esterno e/o come
strategie e strumenti di employees & customers engagement e empowerment.
Infine le azioni sociali sono molto potenti perché agiscono e si basano sulle reti di fiducia che le persone instaurano tra di loro. Ecco quindi come non sia più una semplice questione di messaggi o pubblicità che vengono trasmesse ed erogate dalle aziende, ma si tratta di informazioni condivise e co-costruite tra amici e conoscenti. Tali azioni sociali sono dunque la base per la costruzione, non solo di un nuovo modello di comunicazione e relazione, ma di un nuovo modello di marketing e di business.
In questo contesto nasce il progetto di Telecom Italia, ideato da Eikon Strategic e da questa promosso tramite ZZUB: FuturaFrancesca.
FuturaFrancesca è il primo caso in Italia di social advertising. Per la prima volta uno spot nasce dalla rete e per la rete. La condivisione e la co-creazione fanno da padrone, tanto che i sette vincitori del contest hanno potuto partecipare e contribuire concretamente anche alle fasi di produzione dello spot.
Nonostante lo spot sia presente solo on line le sue visualizzazioni su you-tube si moltiplicano esponenzialmente ogni giorno. A sette giorni dal lancio dello stesso conta ben visualizzazioni, che rappresentano ancpora ad oggi uno degli indicatori più interessanti e attendibili sul ROI dell’azienda. Buona parte di questo merito va sicuramente al coinvolgimento nel processo e nel progetto di ZZUB una community di mktg partecipativo che fonda la sua attività sul buzz dei suoi membri.
E cos’è il buzz se non uno egli strumenti migliori di social advertising? ;)
E voi cosa ne pensate dello spot FuturaFrancesca? Ecco il link:http://www.youtube.com/watch?v=nDXYwwnBcw0
Immaginavate che dietro a questo progetto vi fosse così ‘tanta teoria’? ;D
A disposizione per i vostri attesi commenti e per qualsiasi ulteriore info su ZZUB!
Vi lascio con alcuni scatti dal set di FuturaFrancesca!!!