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martedì 18 ottobre 2011

L'ALLATTAMENTO, UN RECIPROCO DONO D'AMORE

Quello che segue è tratto da http://www.lllitalia.org/images/stories/allattamento%20-%20bada%20a%20come%20parli%20e%20a%20come%20scrivi%20perch%E9%20ci%F2%20che%20dici%20fa%20cultura.pdf

L’allattamento può fare molto per mamma e bambino: protegge la salute di
entrambi, favorisce una relazione basata sull’ascolto e l’empatia, è
ecologico e sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale. Il latte
materno è un bene di un valore incommensurabile eppure è accessibile
indistintamente per tutti i bambini. L’allattamento è una pratica collaudata
dalla nostra specie fin dalla sua comparsa sul pianeta, il latte della mamma
ha permesso all’Homo Sapiens di nascere con un cervello ancora non
perfettamente sviluppato e di riuscire a sopravvivere in ambienti ostili e a
colonizzare il pianeta. Eppure l’allattamento è molto fragile, e un
meccanismo perfetto come la produzione di latte può essere facilmente
turbato.
La diffusione di pratiche sanitarie di assistenza alla nascita e al post-parto
poco rispettose della fisiologia ha reso (e rende) l’avvio dell’allattamento
difficile o addirittura impossibile per molte madri. Non sempre queste madri
riescono poi a recuperare un inizio difficile, anche perché non sempre
hanno accesso alle giuste informazioni ed al sostegno necessario.
In passato l’ignoranza del personale sanitario sul meccanismo “domanda offerta”
in base al quale avviene la produzione di latte ha fatto sì che alle
madri venissero imposte doppie pesate, poppate ad orario, misurazioni dei
figli effettuate su grafici di crescita creati usando come modelli bambini
ipernutriti, alimentati al biberon. Ed ecco che sono comparse le aggiunte, le
tisane fra una poppata e l’altra, i succhiotti per tenere a bada bambini che
cercavano il seno della mamma, l’introduzione anticipata di cibi diversi dal
latte, il luogo comune secondo cui ad un certo punto il latte materno “perde
di sostanza, diventa acqua” e va sostituito con quello artificiale o vaccino,
l’uso di termini come “svezzamento” con l’implicito messaggio che poppare
ad un certo punto diventi soltanto un vizio da togliere.
Il latte materno è il liquido secreto della ghiandola mammaria, un vero e
proprio tessuto vivente prezioso, più simile al sangue che ad un semplice
alimento. La sua composizione non è ancora del tutto nota, sappiamo che
contiene gli ingredienti necessari (perché specie-specifici) nelle proporzioni
corrette per il cucciolo d’uomo, contiene ormoni obbligatori per
la sua crescita ottimale e per il suo benessere, anticorpi
specifici per i micro-organismi che vivono nell’ambiente
famigliare, sostanze immuno-modulatorie che favoriscono il
normale sviluppo del sistema immunitario, acidi grassi per lo
sviluppo del cervello. Ha un sapore e una composizione variabile, per
abituare il bambino alla dieta della sua famiglia e per adattarsi ai suoi
sempre mutevoli bisogni.
Negli ultimi 100 anni però, il latte materno ha dovuto subire anche la
concorrenza di sostituti industriali, nati inizialmente per alimentare i bambini
abbandonati negli orfanotrofi per cui non erano disponibili balie. La
pubblicità e le altre forme di promozione, spesso proprio attraverso gli
operatori sanitari, hanno contribuito alla diffusione dell’idea che “avere il
latte è una questione di fortuna”, che “i neonati devono avere delle regole”,
che tutte le mamme dovessero prima o poi passare all’uso del biberon e
del succhiotto, diventati simboli per eccellenza dell’infanzia.

Quante mamme allattano in Italia? E chi lo sa?
Chiunque riporti dati percentuali sull’allattamento deve chiarire bene se si stia parlando di allattamento esclusivo (quello indicato da OMS e Unicef e che NON prevede alcun supplemento di cibi solidi o liquidi) di allattamento predominante (solo latte materno, ma con aggiunta di altri liquidi come acqua o tisane) o di allattamento complementare (latte materno e altri alimenti liquidi o solidi). Le statistiche nazionali non sono spesso chiare su questa fondamentale differenza.
Alla nascita: soltanto poco più della metà (52%) dei bambini nati non
riceve aggiunte di alcun tipo, anche se quasi tutti i neonati (oltre il 90%),vengono allattati con una parte di latte materno.
dopo 3 mesi: Di fatto i bambini allattati in modo esclusivo sono già
una minoranza. Seppure con grandi differenze nelle varie regioni, infatti, la maggior parte dei bambini italiani viene allattata a tre mesi, (circa il 60-70%), ma già molti di questi ricevono aggiunte di formula artificiale.
Quanti? Non si sa esattamente.
a 6 mesi: sei mesi è la durata indicata come ottimale (dovrebbe cioè
essere la norma) dall’OMS per l’allattamento esclusivo. In Italia però meno di un bambino su dieci è allattato esclusivamente fino ai sei mesi, rispettando le direttive OMS. Il 40% circa non è più allattato del tutto. Il 50% rimanente è arrivato ai sei mesi con un allattamento misto, sia con aggiunte di formula artificiale sia già con uno svezzamento avviato, molto precocemente. Non ci sono statistiche che ci dicano di questo 50% quale sia la percentuale di latte materno ancora ricevuta: una poppata su otto? Una su dieci? La metà?
Ad un anno: arriva all’anno di allattamento (con aggiunta di cibi
solidi) circa il 20% dei bambini italiani; oltre non si hanno dati. La durata
media dell’allattamento non esclusivo è stimata essere inferiore agli 8
mesi. Sulla durata media nel nostro paese dell’allattamento esclusivo non si hanno dati.



“L’allattamento è un metodo senza pari per fornire ai bambini un nutrimento ideale per
crescere e svilupparsi in salute; è inoltre parte integrante del processo riproduttivo, con
notevoli implicazioni per la salute della madre. Come raccomandazione sanitaria
generale, per avere le migliori possibilità di crescere e svilupparsi in maniera regolare,
nei primi sei mesi di vita i neonati dovrebbero essere nutriti esclusivamente con latte
materno. In seguito, per soddisfare il crescente fabbisogno nutrizionale, la dieta va
integrata con cibi complementari idonei e sicuri, proseguendo l’allattamento fino all’età di
due anni o oltre”.

“L’allattamento al seno esclusivo è il modello di riferimento o normativo
rispetto al quale tutti i metodi alternativi di alimentazione devono essere
misurati in termini di crescita, salute, sviluppo, e qualsiasi altro esito a
breve o lungo termine”.
American Academy of Pediatrics (2005). Allattamento al seno e uso del latte umano
(Breastfeeding and the use of human milk). Pediatrics Italiana, 17(1), 105-116. Consultato 8

“Il latte deve continuare ad essere parte integrante della dieta durante
l’alimentazione complementare e si raccomanda di continuare con
l’allattamento al seno fino a due anni ed oltre”.
European Commission (2006). Alimentazione dei lattanti e dei bambini fino a tre anni:
Raccomandazioni standard per l'Unione Europea. Consultato 2 febbraio 2010, a

“Non c’è al momento alcuna evidenza scientifica sufficiente a supportare
raccomandazioni di routine contro il dormire insieme. I genitori dovrebbero
essere informati sui rischi e benefici del sonno condiviso e sulle pratiche
non sicure di sonno condiviso; dovrebbero poi essere messi nelle
condizioni di prendere le loro decisioni in modo consapevole”.
Academy of Breastfeeding Medicine (2008). Linee guida su cosleeping e allattamento al
seno (tratto da “Breastfeeding Medicine” volume 3, n. 1, 2008). Consultato 11 settembre

“I sostituti del latte materno, altri alimenti per lattanti e di proseguimento,
biberon e tettarelle non devono mai essere inclusi in una distribuzione
collettiva di viveri. I sostituti del latte materno e altri alimenti a base di latte
devono essere distribuiti solamente secondo rigorosi criteri riconosciuti,
forniti solamente alle mamme o a chi si prende cura di quei bambini che ne
hanno bisogno. L’uso di biberon e tettarelle durante le emergenze
dovrebbe essere attivamente evitato”.
IFE Core Group (2007). L’alimentazione di lattanti e bambini piccoli nelle emergenze: Guida
operativa per personale di primo soccorso nelle emergenze e per i direttori di progetto.

“L’allattamento esclusivo per sei mesi (rispetto a tre o quattro mesi) riduce
e infezioni gastrointestinali, non compromette la crescita, e aiuta la madre a
perdere peso”.
Kramer, M. S. & Kakuma, R. (2009). Optimal duration of exclusive
breastfeeding. In Cochrane database of systematic reviews. John Wiley &
Sons, Ltd. Consultato 11 settembre 2011, a

“Art. 1 - Scopo del Codice: Assicurare ai
lattanti una nutrizione sicura e adeguata, proteggendo e
promuovendo l’allattamento al seno e assicurando
l’utilizzazione appropriata dei sostituti del latte materno,
ove necessari, sulla base di informazioni adeguate e
attraverso forme appropriate di commercializzazione e
distribuzione”.
Organizzazione Mondiale della Sanità (1981). Codice internazionale
sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno.
Ginevra: Organizzazione Mondiale della Sanità. Consultato 2
febbraio 2007, a

“Come raccomandazione sanitaria generale, per avere le migliori possibilità
di crescere e svilupparsi in maniera regolare, nei primi sei mesi di vita i
neonati dovrebbero essere nutriti esclusivamente con latte materno. In
seguito, per soddisfare il crescente fabbisogno nutrizionale, la dieta va
integrata con cibi complementari idonei e sicuri, proseguendo l’allattamento
fino all’età di due anni o oltre. Tranne che in presenza di alcune patologie,
l’allattamento esclusivo al seno è sempre possibile, e l’allattamento senza
restrizioni stimola la produzione di latte in misura più che sufficiente.
Organizzazione Mondiale della Sanità & UNICEF (2003, May). La strategia globale per
l'alimentazione dei neonati e dei bambini. Ginevra: Organizzazione Mondiale della Sanità.
Consultato 11 settembre 2011, a http://www.unicef.it/doc/2595/strategia-globale-perlalimentazione-
dei-neonati-e-dei-bambini.htm

“La protezione, la promozione ed il sostegno
dell’allattamento al seno sono una priorità di
salute pubblica in Europa. Tassi ridotti ed
interruzione precoce dell’allattamento al seno
hanno importanti conseguenze sanitarie e sociali
negative per le donne, i bambini, la collettività e
l’ambiente, sono associati ad una maggiore spesa
sanitaria e fanno aumentare le ineguaglianze.”
Protezione, Promozione e Sostegno dell’Allattamento al
Seno in Europa: Un Programma d’Azione (Versione Riveduta
2008). (2008, October). Luxembourg: European Commission,
Directorate Public Health and Risk Assessment. Consultato 3
novembre 2010, a

“La salute neonatale si può migliorare, ad esempio, con pratiche che non
comportano costi elevati, quali il parto pulito e la promozione
dell’allattamento al seno esclusivo e precoce” - “Le prove
dimostrano che l’efficace sostegno e il counselling nei primi
giorni della vita di un bambino fanno aumentare direttamente i
tassi di allattamento esclusivo al seno.”
UNICEF (Dicembre 2008). La condizione dell'infanzia nel mondo 2009: Salute
materna e neonatale. New York: UNICEF. Consultato 11 settembre 2011, a
http://www.unicef.it/doc/1968/la-condizione-dellinfanzia-nel-mondo-2009.htm